OMERO


Favoloso cantore dell’Iliade e dell’Odissea forse visse  nella seconda metà del  IX sec. a. C; tutto è incerto della sua vita e la sua stessa esistenza è stata messa in dubbio.   Atene, Argo, Chio, Colofone, Rodi, Salamina e Smirne si disputarono l'onore di avergli dato i natali.
L'iconografia tradizionale  lo raffigura vecchio, cieco, mendico, prendendo a modello l'aedo descritto nell'Inno ad Apollo a lui attribuito. Oltre l'Iliade e l'Odissea (entrambe in dialetto ionico), la tradizione antica gli assegnava anche gli Inni agli dei, gli Epigrammi, la Piccola Iliade, i poemetti Batracomiomachia e Margite.
Già in epoca ellenistica alcuni autori,  notando le notevoli  differenze tra l'Iliade e l'Odissea, attribuirono i poemi  ad autori diversi.
Aristarco di Samotracia ritenne  l'Iliade opera del poeta ancora giovane  e l'Odissea opera della sua vecchiaia. L'abate d'Aubignac (1664) e  G. B. Vico (nella Scienza nuova seconda (1730), diedero inizio alla ”questione omerica”, affermando che la poesia di Omero è l'espressione impersonale di un'età ancora barbara. Nel 1795 F. A. Wolf, nei Prolegomena ad Homerum, negò l'esistenza del poeta e sostenne che i due poemi fossero originati da brevi componimenti, opera di più aedi, raccolti organicamente ai tempi di Pisistrato (VI sec. a. C.). Ancora oggi, i pareri sono molti e discordanti.
 

l'Iliade
le fonti letterarie
Le amazzoni nell'Iliade
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