Fu un rappresentante della grande pittura vascolare nella seconda
metà del V secolo, nel quale compare un complesso di novità
che non si rifà alle tradizioni di quest’arte: numerose figure si
dispongono su più piani, ad altezze diverse. Il suolo irregolare
è materializzato da linee che figurano le rocce; sia i corpi che
i volti sono rappresentati di tre quarti o di fronte, le bocche sono semichiuse
e gli sguardi espressivi. Le figure hanno un valore plastico e sono l’esempio
delle sue innovazioni pittoriche, anche se comunque nella maggior parte
delle sue opere rimane legato al procedimento tradizionale. Decorò
in particolare una serie di crateri a volute con grandi scene di combattimento
affollate da molti personaggi a tutto vaso: in particolare ricordiamo l’amazzonomachia
e la centauromachia.
"Pittore dei Niobidi" Cratere a calice, Parigi,
Museo del Louvre